Non certo perché un webmaster o un imprenditore si svegliano una mattina e mettono online il sito.
Per dar vita ad una piattaforma di crowdfunding, infatti, è necessario ottenere delle specifiche autorizzazioni.
Nel specifico caso dell’equity crowdfunding è necessaria l’iscrizione al registro Consob (organo italiano che vigila sui mercati finanziari).
Nel caso del lending ovvero della possibilità di prestare denaro ad una impresa da parte dell’investitore, a vigilare è la Banca D’Italia.
Sia nel primo che nel secondo caso, infatti, si stratta di un investimento e gli enti che vigilano vogliono essere certi, che il risparmiatore sia a conoscenza dei rischi del proprio investimento e che
sia a conoscenza di tutte le informazioni necessarie.
Per questo motivo, i portali di crowdfunding hanno l’obbligo di offrire la documentazione necessarie rispettando le regole in materia.
Il crowdfunding è uno dei modelli grazie ai quali oggi le imprese, oltre al classico modello bancario, possono contare su un accesso in più al finanziamento.
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